04/11/16

Replica

Qualche tempo fa avevo parlato del concetto di plagio in un post il cui titolo citava un brano della mia band metal preferita. Pezzo che è il remix di una canzone, Replica, che parla di clonazione.
Ho deciso dunque di chiamare questo articolo proprio "Replica", sia perché anche qui si parla di riprodurre qualcosa, sia perché vorrei fornire la mia risposta - o replica, se preferite - alle numerose discussioni riguardanti l'abitudine di qualcuno di "auto-fabbricarsi" un gioco edito artigianalmente e per uso personale.

Partiamo da un punto fermo: se uno si fa una copia di qualcosa a casa, senza che ci siano fini commerciali, stiamo parlando di un peccato veniale. Nessuno ha intenzione di dirgli che è un bastardo o un criminale, soprattutto se la cosa non viene sbandierata ai quattro venti. La cosa che mi ha fatto storcere il naso in molte delle discussioni sull'argomento, infatti, è un'altra: la ricerca da parte del "copiante" di una sorta di giustificazione morale, di approvazione o di avallo da parte della comunità rispetto all'atto compiuto, difendendo l'azione copiativa e dicendo che essa è - di caso in caso - un atto legittimo o addirittura un omaggio all'autore.

Ora, immagino che tutti sappiate più o meno come funziona il diritto d'autore. In generale, diciamo che un'idea o un'opera dell'ingegno che trovi forma fisica è sempre oggetto di un "diritto morale" che spetta all'autore, un diritto che la legge descrive come inalienabile perpetuo, imprescrittibile, irrinunciabile ed autonomo e che rimane attivo anche se decadono eventuali diritti economici. Facendola molto semplice, l'autore di qualcosa può cedere i diritti della sua opera a un editore, che curerà la messa in commercio dell'idea stessa, ma chi detiene i diritti morali è sempre lui.

La corretta fruizione di un'opera è quella fatta tramite l'acquisto: si paga una cifra e si ottiene una copia dell'opera, sapendo che una percentuale del costo andrà all'autore come compenso. Fatto questo, non c'è nulla di male nel creare una replica dell'originale ad uso personale, per esempio se io ho un CD (in formato fisico o digitale) regolarmente acquistato non è un problema se ne faccio una copia da tenere in macchina.
Se invece penso che le case discografiche siano una merda e mi scarico i dischi illegalmente, posso darmi tutte le giustificazioni personali che voglio, ma non c'è dubbio che, in primis, io stia facendo un torto all'autore del disco che ho scaricato. Stessa cosa per un libro, un film o una serie tv.

"Ragazzi, sono veramente euforico!"
Se un giocatore modifica, migliora o addirittura rifà da zero un gioco già in suo possesso, l'autore ne sarà probabilmente molto felice. Personalmente, alla vista di un paio di mod di Super Fantasy e GodZ sono rimasto a bocca aperta e ho fatto i complimenti a chi di dovere. Sarei molto meno contento se sapessi che qualcuno si è rifatto da zero Vudù senza aver mai comprato una copia, non tanto per una questione economica o legale, che anche sticazzi, ma per principio: Francesco ed io abbiamo avuto un'idea, ci abbiamo lavorato per mesi, l'idea è stata affinata da un editor, illustrata da un artista, prodotta, pubblicizzata e dimostrata da un team affiatato. Ma quella persona, pur apprezzando l'idea - altrimenti non si disturberebbe a replicarla - se ne batte la fava dell'ingegno, della passione e della fatica di un sacco di gente e pensa che sia lecito fare il furbo.
Ora, magari sarà anche "furbo" (posto che il tempo che ci mette a fare la copia valga più dei 16 euro e spicci che spenderebbe comprandola), ma "eticamente encomiabile" direi proprio di no.

Ovviamente, ripeto, non parlo opere di pubblico dominio o i cui diritti sono ormai scaduti da anni, né tantomeno di copie "pimpate" (che sono a tutti gli effetti omaggi) o del tizio che, possedendo Quarto, se ne fa una versione enorme da tenere in salotto; parlo di chi preferisce una versione "pirata", anche se auto-costruita, all'originale. E che magari pretende pure che gli altri gli dicano che era un suo diritto farlo, se non addirittura "cazzo, bravo!" al posto di più onesto "bravo un cazzo!".

"Punk is not dead!"
Insomma, ognuno faccia un po' quel che gli pare, ma se decide di prendere un'opera d'ingegno e di replicarla, magari è il caso che tenga per sé il suo piccolo atto di disobbedienza civile (attenzione, la frase potrebbe contenere sarcasmo), perché è un po' come se uno postasse un selfie mentre guida aspettandosi un applauso: l'impressione che si ha non è quella di avere davanti un irriverente ribelle arguto e rivoluzionario, ma uno stronzo.



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