28/10/14

Due righe sul gioco dell'anno.

Il Gioco dell'Anno, per chi non lo sapesse, è un premio che si propone di promuovere e valorizzare il gioco come bene culturale nelle famiglie e nella società, e viene assegnato a Lucca Comics & Games. Non nasce per attribuire il titolo di "gioco con le meccaniche più raffinate" o "gioco dal gameplay più profondo o innovativo": il gioco vincitore deve poter essere usato come portale introduttivo al mondo del gioco. Certo, si tiene di conto di altri fattori, come l’originalità e la giocabilità, ma il punto fondamentale è che il gioco dev'essere un buon prodotto per famiglie.

Quest'anno ha vinto il Piccolo Principe, nll'edizione Asterion. Un gioco di Bauza e Cathala, due autori molto famosi, apprezzati e già vincitori di diversi premi internazionali, che è stato scelto dalla giuria per la sua capacità di attrarre giocatori di età diverse grazie al tema, alle illustrazioni dello stesso Antoine de Saint-Exupéry e al regolamento molto semplice.

Il gioco non l'ho provato, ho solo letto le regole e visto un paio di video. Sicuramente si tratta di un gioco molto lineare, basato su un sistema di draft in cui si ha poco controllo (o, meglio, lo si ha fortemente limitato dalle azioni altrui), il che però non dovrebbe essere un problema, visto il target e la durata contenuta. Per i miei gusti, rispetto al tipo di gioco e all'ambientazione, forse ci sono un po' troppe possibilità di "fare i cattivi": l'interazione è indiretta ma apparentemente pesante, e mi dà l'idea che ci sia un po' di bash the leader (col rischio che si "bastoni" anche qualcun altro per dispetto)... ma il gioco ha tutte le cose al suo posto rispetto al target: un po' di fortuna, interazione, grafica accattivante. Il prezzo forse è un po' alto se si conta che nella scatola ci sono solo un'ottantina di tessere, ma credo che in questo caso si paghi un po' anche l'ambientazione. Che, però, è anche un fattore di appeal enorme.

Credo infatti che - a fronte di un sistema di gioco comunque in target - abbia pesato molto il tema, conosciutissimo e quindi di forte presa sul pubblico. O, quantomeno, ci spero, così come spero che qualche giurato abbia giustamente pensato a quanto potesse giovare alla diffusione del gioco il film in uscita l'anno prossimo. Perché se il Gioco dell'Anno si propone di far conoscere il gioco da tavolo, forse questa è la direzione giusta. L'anno scorso ha vinto Augustus, un gioco più "serio" e studiato dal punto di vista del game design (da un lato strizza l'occhio alla Tombola e da un altro permette ai giocatori di fare scelte interessanti, un mix decisamente vincente) ma a mio avviso molto poco "pop" come tema e forse un pelo più complesso di quanto "digeribile" da una famiglia italiana digiuna di giochi da tavolo contemporanei.

In due anni, la giuria ha tirato fuori due giochi che, per motivi diversi, centrano le finalità del premio, dandogli - a mio avviso - un'identità molto più forte rispetto a quella che aveva il Best of Show, il premio precedente assegnato a Lucca Comics & Games. Se l'iniziativa riuscisse a raggiungere l'importanza cui pare puntare, continuando a lavorare sul concetto di "diffondere il gioco" lasciandosi alle spalle la tendenza a darci pacche sulle spalle fra appassionat(issim)i che si percepisce ogni tanto, sarebbe sicuramente e davvero una cosa positiva.

Rimarrebbe da parlare del Gioco di Ruolo dell'Anno, ma preferisco evitare: un flame per volta, per carità! :)



Nessun commento: